Un 83enne ha strangolato la moglie 88enne malata di Alzheimer nel loro
appartamento a Borgo Pinti, nel centro di Firenze; quindi si è
costituito alla polizia. Dopo l'omicidio l'anziano si è presentato al
commissariato raccontando l'accaduto: quando gli agenti sono arrivati
nell'abitazione, la donna era già morta.
"Non ce l'ho fatta più", avrebbe detto l'anziano alle forze dell'ordine.
I due coniugi, che hanno una figlia, erano soli in casa al momento
della tragedia e nessuno dei vicini si sarebbe accorto di quello che
stava accadendo. L'ottantatreenne è apparso molto provato agli agenti
del
commissariato di San Giovanni ai quali si è presentato per raccontare
quello che aveva fatto.
domenica 23 marzo 2014
Lecco, genitori a fare spese: il bambino legato a letto
Sono rimasti senza parole gli agenti che, durante un controllo, hanno
trovato un bambino di tre anni legato al lettino in un'abitazione di
Galbiate, nel Lecchese, mentre i genitori erano a fare spese. L'episodio
è avvenuto nell'abitazione di una famiglia immigrata da un paese
dell'Est. In casa oltre al piccolo, c'era solo la nonna che faticava a
capire l'italiano. Gli agenti hanno chiesto aiuto al 118 ed è stata
avvisata anche la polizia.
I genitori del bambino erano andati a fare la spesa e al loro ritorno, quando sono stati rintracciati, hanno cercato di spiegare che nel loro paese si usa fare così, in questi casi, per non correre pericoli. Il piccolo è stato liberato e trasferito in ospedale a Lecco per una serie di controlli. Non sarebbe stato trovato alcun tipo di lesione. E' stata comunque avviata un'inchiesta.
I genitori del bambino erano andati a fare la spesa e al loro ritorno, quando sono stati rintracciati, hanno cercato di spiegare che nel loro paese si usa fare così, in questi casi, per non correre pericoli. Il piccolo è stato liberato e trasferito in ospedale a Lecco per una serie di controlli. Non sarebbe stato trovato alcun tipo di lesione. E' stata comunque avviata un'inchiesta.
Viterbo, bimbo di tre anni viene dimesso dall'ospedale e muore a casa
Un bambino di tre anni, Leonardo Sonno, è morto dopo essere stato
dimesso dall'ospedale di Tarquinia, in provincia di Viterbo. Il piccolo
era stato portato dai genitori al pronto soccorso per una febbre alta.
Dopo la somministrazione di alcuni farmaci è stato dimesso, ma una volta
a casa è morto. La procura di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta,
iscrivendo nel registro degli indagati due medici del nosocomio.
Il magistrato ha disposto l'autopsia per capire le cause della morte. Tra le ipotesi, non confermate ufficialmente e sulle quali sono al lavoro gli inquirenti, anche quella che vedrebbe il bimbo colpito da una meningite. I genitori, Filippo Sonno e Valentina Gargiano, quando si sono resi conto che il bambino non respirava, hanno chiamato il 118 ma ormai non c'era più nulla da fare.
Asl apre indagine interna - La Asl di Viterbo ha già aperto un'inchiesta interna sulla vicenda. Dall'azienda sanitaria locale fanno infatti sapere che è stata avviata un'inchiesta interna per fare luce sui fatti e verificare se siano state rispettate tutte le procedure del caso previste. La Asl conferma inoltre di essere a completa disposizione della magistratura di Civitavecchia, cui fornirà tutta la collaborazione e la documentazione di cui gli inquirenti avranno bisogno.
Il magistrato ha disposto l'autopsia per capire le cause della morte. Tra le ipotesi, non confermate ufficialmente e sulle quali sono al lavoro gli inquirenti, anche quella che vedrebbe il bimbo colpito da una meningite. I genitori, Filippo Sonno e Valentina Gargiano, quando si sono resi conto che il bambino non respirava, hanno chiamato il 118 ma ormai non c'era più nulla da fare.
Asl apre indagine interna - La Asl di Viterbo ha già aperto un'inchiesta interna sulla vicenda. Dall'azienda sanitaria locale fanno infatti sapere che è stata avviata un'inchiesta interna per fare luce sui fatti e verificare se siano state rispettate tutte le procedure del caso previste. La Asl conferma inoltre di essere a completa disposizione della magistratura di Civitavecchia, cui fornirà tutta la collaborazione e la documentazione di cui gli inquirenti avranno bisogno.
Libia, rapito un tecnico italiano: è diabetico e non ha la sua insulina
Un tecnico italiano, Gianluca Salviato, è stato rapito a Tobruk, in
Libia. L'uomo lavora per una società di costruzioni da tempo presente
nel Paese. Secondo la polizia locale sarebbe stato preso a scopo
estorsivo. La Farnesina sarebbe già stata informata della situazione. A
far allarmare ancora di più è il fatto che il sequestrato è diabetico e
non avrebbe portato con sè il suo kit di insulina, trovato nell'auto
sulla quale stava viaggiando.
La Farnesina ha fatto sapere che sta seguendo la vicenda di un "connazionale che lavora per una ditta italiana e che risulta irreperibile in Cirenaica", nell'est della Libia. L'italiano, stando a quanto riporta il Libya Herald online, lavora nella ditta di costruzioni di Venzone (Udine), Enrico Ravanelli. L'azienda è impegnata in un progetto infrastrutturale a Tobruk.
La Farnesina ha più volte sconsigliato "di recarsi per qualsiasi motivo in Cirenaica e nel Sud del Paese" (l'ultimo avviso è proprio di oggi). Solo lo scorso 17 gennaio, due operai calabresi, Francesco Scalise e Luciano Gallo, di 63 e 52 anni, erano stati rapiti nei pressi di Derna, sempre in Cirenaica, poi liberati dopo venti lunghi giorni il 6 febbraio. Il 2 marzo un cittadino francese, impiegato come tecnico per la ristrutturazione del Bengasi Medical Centre, è invece stato ucciso in pieno giorno nella città.
A tre anni dall'inizio dei bombardamenti occidentali contro le forze di Muammar Gheddafi, la Cirenaica, culla della rivoluzione della primavera del 2011, resta in preda al caos, teatro di rapimenti (il più delle volte a scopo di estorsione) e scontri tra ex rivoluzionari e forze libiche che non riescono a controllare il territorio, diventando quasi quotidianamente l'obiettivo di attentati e uccisioni.
La regione è stata dichiarata "autonoma" da un ex rivoluzionario Ibrahim Jadran che guida l'Ufficio politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica). E' lo sesso gruppo che da mesi blocca i porti e i terminal petroliferi dell'est e che nelle scorse settimane ha tentato di esportare greggio "in proprio", stivandolo in una nave battente bandiera nordcoreana, in barba alle deboli autorità di Tripoli. La petroliera "Morning Glory" è stata poi intercettata domenica scorsa al largo di Cipro da Navy Seal che ne hanno preso il controllo.
La Farnesina ha fatto sapere che sta seguendo la vicenda di un "connazionale che lavora per una ditta italiana e che risulta irreperibile in Cirenaica", nell'est della Libia. L'italiano, stando a quanto riporta il Libya Herald online, lavora nella ditta di costruzioni di Venzone (Udine), Enrico Ravanelli. L'azienda è impegnata in un progetto infrastrutturale a Tobruk.
La Farnesina ha più volte sconsigliato "di recarsi per qualsiasi motivo in Cirenaica e nel Sud del Paese" (l'ultimo avviso è proprio di oggi). Solo lo scorso 17 gennaio, due operai calabresi, Francesco Scalise e Luciano Gallo, di 63 e 52 anni, erano stati rapiti nei pressi di Derna, sempre in Cirenaica, poi liberati dopo venti lunghi giorni il 6 febbraio. Il 2 marzo un cittadino francese, impiegato come tecnico per la ristrutturazione del Bengasi Medical Centre, è invece stato ucciso in pieno giorno nella città.
A tre anni dall'inizio dei bombardamenti occidentali contro le forze di Muammar Gheddafi, la Cirenaica, culla della rivoluzione della primavera del 2011, resta in preda al caos, teatro di rapimenti (il più delle volte a scopo di estorsione) e scontri tra ex rivoluzionari e forze libiche che non riescono a controllare il territorio, diventando quasi quotidianamente l'obiettivo di attentati e uccisioni.
La regione è stata dichiarata "autonoma" da un ex rivoluzionario Ibrahim Jadran che guida l'Ufficio politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica). E' lo sesso gruppo che da mesi blocca i porti e i terminal petroliferi dell'est e che nelle scorse settimane ha tentato di esportare greggio "in proprio", stivandolo in una nave battente bandiera nordcoreana, in barba alle deboli autorità di Tripoli. La petroliera "Morning Glory" è stata poi intercettata domenica scorsa al largo di Cipro da Navy Seal che ne hanno preso il controllo.
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